L’Infanzia rubata… i bambini di Birkenau

Auschwitz 70 anni fa, il dramma del piccolo Sergio: a 7 anni diventò cavia umana dei nazisti "Chi vuole rivedere la sua mamma faccia un passo avanti". Questo il crudele tranello che segnò il destino di 19 bambini: utilizzati per le sperimentazioni dei medici nazisti, furono uccisi pochi giorni prima della resa della Germania.

 Il piccolo Sergio aveva 7 anni quando diventò una cavia umana, uno dei tanti bambini che i nazisti nei lager usavano per le sperimentazioni mediche. La drammatica storia è raccontata da La Stampa. "Chi di voi vuole incontrare la mamma? Chi desidera tornare con lei immediatamente faccia un passo avanti". Questo crudele tranello segnò il destino di 19 bambini nel campo di Auschwitz-Birkenau. Tra i piccoli che salgono nel treno con la promessa di rivedere la mamma c'è anche Sergio, 7 anni, nato a Napoli nel 1937. A pochi giorni dalla resa delle Germania nazista questi bambini vengono uccisi nella cantina di una scuola a Bullenhuser Damm, nei pressi di Amburgo per nascondere gli orrori, le sperimentazioni compiute dai medici sui loro corpi. Uccisi e appesi al muro con dei ganci.

Prima di salire Sergio saluta le cugine, Andra e Tatiana, che al tempo avevano 4 e 6 anni e restarono ad Auschwitz fino alla loro liberazione, tra i pochi bambini a sopravvivere a quell'orrore. A salvarle una blockova, la loro "guardiana", di cui non ricordano nulla solo la sua raccomandazione, "Disse che sarebbero venuti degli uomini che ci avrebbero radunato chiedendoci di fare un passo se avessimo avuto voglia di vedere la nostra mamma e guardandoci negli occhi aggiunge: Voi dovete rimanere ferme al vostro posto". Raccontarono al cugino Sergio la conversazione ma lui quel passo lo fece e non tornò mai più.  "Mi sento in colpa perchè non siamo riuscite a impedirlo" racconta Andra. "è come un macigno che ci pesa dentro".

Andra e Tatiana a Rainews hanno raccontato cosa ha significato vivere in un campo di concentramento. "Significa diventare duri, diventare grandi prima del tempo, non emozionarsi più". Un'infanzia rubata quella delle due sorelle originarie di Fiume, "Ci sono poche cose che ti possono emozionare, ad esempio il fatto che la mamma fosse partita, che non la vedessimo più, non ci ha turbato più di tanto.

 

                                                                                                 [ fonte RaiNews/articoli/Auschwitz – pubblicato da Administrator ]

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