24 MARZO 1944 - La strage nazi-fascista delle Fosse Ardeatine

“ Il 23 marzo 1944 una colonna di S.S. tedesche di passaggio per via Rasella veniva attaccata da un gruppo di patrioti. 32 tedeschi vi lasciarono la vita. Il giorno seguente pressa poco alla stessa ora centinaia dì detenuti politici venivano fatti affluire al pianterreno di Regina Coeli. Molti di essi vennero chiamati dalle loro celle con il pretesto che sarebbero stati messi in libertà o portati al lavoro obbligatorio. Tuttavia, allorché ciascuno fu obbligato a spogliarsi della giacca e del cappotto e le mani furono legate dietro la schiena, pochi si fecero illusioni sulla vera destinazione e sulla propria sorte. Furono avviati sugli autocarri che stazionavano fuori del carcere e di lì furono trasportati a certe vecchie cave nei pressi delle catacombe di S. Callisto. 
Che cosa accadde effettivamente in quel luogo alla fine di quel giorno ed il giorno seguente possiamo dirlo solo con una certa approssimazione: molte cose si possono immaginare su quell’ammasso di salme in stato di avanzata decomposizione riesumate alcuni mesi dopo la liberazione dì Roma. Secondo quanto è stato accertato gli ostaggi furono uccisi uno per uno o forse a gruppi, quindi le entrate delle cave furono fatte saltare in aria ed il luogo rimase desolato fino all'arrivo degli Alleati. 
Ricorre in questi giorni il primo anniversario della strage delle Fosse Ardeatine. A distanza di un anno il dolore delle famiglie si è rassegnato e quanto di inaudita ferocia e di infamia aveva l'avvenimento è quasi passato in seconda linea nelle nostre considerazioni. 
Il destino dei grandi fatti umani è proprio questo: di perdere a poco la volta quei caratteri crudi e spietati per imporsi nel loro intimo significato alla spirito, per divenire espressione del travaglio e della fatica umana. 
Pure, siamo ancora troppo vicini alla strage perché essa già si imponga a noi come un simbolo. Noi ci sentiamo troppo stretti ancora all’individualità di quei caduti. Essi sono stati i nostri recenti compagni dì lotta. Essi sono caduti al nostro fianco ed il ricordo che noi conserviamo di loro è ancora cocente, il vuoto che hanno lasciato è ancora incolmabile, la loro fine è ancora avvolta, nel nostro animo, di quanto oscuramente tragico ed incomprensibile vi è nelle manifestazioni della irrazionalità. 
E' per questo che noi del Partito d'Azione, commemoriamo oggi i mostri morti. Oggi sono ancora troppo nostri per cederli alla storia del nostro paese. 
Non v'è dunque in questa particolare rievocazione nessuna iattanza. Vi è solo il desiderio di rivivere l'anniversario nel particolare ricordo dei nostri compagni, di ripercorrere nello spazio di quest'anno che abbiamo lasciato alle nostre spalle, la storia del dolore della loro scomparsa, di un dolore che si compone e si scioglie dati ceppi del sentimento per entrare man mano nella sfera della libertà dello spirito. 
La guerra non è ancora finita, la battaglia che noi intraprendemmo è ancora in corso, più che mai viva, più che mai decisiva peti il nostro avvenire. Oggi vi è un solo modo di onorarle i morti : sentire che i nostri morti sono un impegno da non dimenticare. A questo impegno noi dobbiamo far fronte giorno per giorno, lavorando, riconquistando la stima di noi stessi e la fiducia nel paese, la fiducia del paese. 
Un giorno ci saranno delle lapidi e dei monumenti, e se il nostro impegna sarà stato mantenuto, la nuova società italiana ricorderà la generazione dei pionieri, riconoscerà negli scomparsi la forza e il lievito dell'avvenire. 
La strage delle Fosse Ardeatine ha un particolare significato nella storia di Roma. La storia del nostro paese è prevalentemente una storia di città. Ciascuna città italiana ha proprie tradizioni, ha una propria storia ed in questo storia certi avvenimenti assumono un'importanza determinante del carattere e del tono della città. Inoltre questi avvenimenti hanno una certa forza coesiva nella società in cui si sono verificati, al di sopra dì ogni classe sociale, e danno un'atmosfera. 
Roma non ha tradizioni simili poiché la sua storia ha troppo le impronte dell'universale. I fatti della storia di Roma appartengono prevalentemente all'Europa ed all'Italia. La stessa Repubblica romana del '49, gli episodi di Villa Medici e dei Vascello sono legati al nostro Risorgimento e non hanno lasciato un solco particolare nell'animo dei romani. 
Ciò che è avvenuto il 24 marzo 1943 ha colpito direttamente Roma». Quel grande massacro passerà nella storia come il simbolo della resistenza della città ed i romani riconosceranno i loro caduti, sentiranno nel loro sacrificio un apporto decisivo allo spirito della cittadinanza, alla coesione ed alla solidarietà di tutte le classi social». 
E le Fosse Ardeatine costituiranno la prima pietra del rinnovamento della città.” 

[ NdR - tratto da "Quaderno" del Partito d’Azione-24 marzo 1945 -Tipografia "Et Ultra", Roma - Via Roma Libera,10 ]


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