I 101 anni di Mario Fiorentini

Il 7 novembre 2019 ha compiuto 101 anni Mario Fiorentini, l'ultimo Comandante partigiano romano che ha avuto una vita avventurosa. In particolare dice sempre, nelle sue interviste, di aver vissuto "tre vite".

La prima vita frequentando il mondo culturale romano, della seconda metà degli anni trenta fino al settembre 1943.

La seconda vita impegnandosi attivamente alla Resistenza, prima a Roma e Provincia e poi al Nord, partecipando ad alcune Missioni alleate. Per la sua attività di 'partigiano combattente', Mario ha ricevuto tre Medaglie d'Argento al Valore Militare e tre Croci al Merito di Guerra. E' stato anche proposto per ricevere la Medaglia d'Oro al valore Militare che però non gli è stata concessa. Inoltre, ha avuto due Medaglie dagli Alleati per aver partecipato alle Missioni organizzate nel Nord Italia occupato dai nazifascisti, dai servizi segreti militari americani ed inglesi. In particolare, ha avuto la Medaglia W. Donovan dell'Office of Strategic Service-OSS americano e la medaglia della Number One-Special Force inglese. 

La terza vita, insegnando la Matematica, prima nelle Scuole Superiori di Roma e poi all'Università di Ferrara.

La prima formazione politica antifascista è stata data a Mario, quando era ragazzo, negli anni venti, da Fernando Norma, un ebanista di idee repubblicane, che negli anni trenta aderisce al Movimento Giustizia e Libertàe poi al Partito d'Azione.

A Fernando Norma è dedicato il Circolo “Giustizia e Libertà” di Roma, costituito nel 1948 dai partigiani romani del Partito d'Azione, la cui sede di Via Andrea Doria n.79 è stata dichiarata di interesse storico dal Ministero per i Beni Culturali.

Nella seconda metà degli anni trenta, Mario frequenta assiduamente il mondo culturale romano, facendo amicizia con scrittori e poeti (Sibilla Aleramo, Giorgio Caproni, Sandro Penna, Vasco Pratolini ...), pittori (Renato Guttuso, Mario Mafai,  Domenico Purificato, Giulio Turcato, Emilio Vedova...), attori, registi e autori di cinema e di teatro (Vittorio Caprioli, Adolfo Celi, Ennio De Concini, Vittorio Gasmann, Carlo Mazzarella, Massimo Mila, Ave Ninchi,  Lea Padovani, Elio Petri, Nora Ricci, Luigi Squarzina, Luchino Visconti...).

Nella primavera 1942 conosce ad un concerto di un Banda musicale militare al Pincio (sopra Piazza del Popolo) Lucia Ottobrini, nata a il 2 ottobre 1924 e poi vissuta dal l'anno seguente a Mulhouse in Alsazia. Lucia, nonostante la giovane età, lavora al Ministero del Tesoro. E' un “colpo di fulmine”. Mario e Lucia si sposano, subito dopo la fine della guerra, il 16 agosto 1945 e vivranno insieme per 73 anni, fino alla morte di Lucia, il 26 settembre 2015.  Mario l'ha sempre chiamata “Lucia mia”.

Nell'agosto 1943, dopo la caduta del fascismo, Mario e Lucia si avvicinano per un breve periodo al Partito d'Azione e partecipano alla costituzione degli Arditi del Popolo (che riprende la denominazione dell'omonimo Movimento nato nel 1921 per contrastare le violenze fasciste).

Nel settembre 1943, dopo l'occupazione tedesca di Roma, Mario che ha aderito al Partito Comunista d'Italia-Pcd'Italia, entra nei GAP (Gruppi di Azione Patriottica), costituiti nelle otto Zone  in cui è stata divisa Roma dai Partiti antifascisti.

Alla metà dell’ottobre 1943, Mario partecipa partecipa alla formazione dei quattro GAP  Centrali (cosi chiamati perché operanti, con tecniche di guerriglia armata, nel centro storico della città). Mario diventa il Comandante del primo GAP, intitolato “Antonio Gramsci”, con il 'nome di battaglia' di Giovanni. Lucia è la Vice Comandante. E' pertanto la prima partigiana con funzioni di comando.

Per circa cinque mesi, fino al marzo 1944, Mario partecipa a numerose azioni armate, contro militi della RSI e soldati tedeschi, spesso insieme a Lucia. Ricordiamo in particolare l'attacco ai soldati tedeschi, la sera dell'11 dicembre 1943, mentre uscivano dal cinema Barberini (nell'omonima Piazza), attuato insieme con Carla Capponi (nome di battaglia Elena), membro del GAP “Carlo Pisacane”, diretto da Rosario Bentivegna, detto Sasà (nome di battaglia Paolo). L'attacco è ripetuto una settimana dopo, il 18 dicembre, da Mario insieme a Lucia, Sasà ed a Carla. 

Ricordiamo inoltre l'attacco, con lancio di bombe a mano, fatto il 10 marzo 1944 a Via Tomacelli da Mario, da Sasà e da Franco Ferri ad una Compagnia del Battaglione fascista “Onore e Combattimento” che apre il corteo fascista formatosi dopo la cerimonia al Teatro Adriano, in Piazza Cavour, per ricordare la morte di Mazzini. 

Alcune azioni sono compiute da Mario da solo, come l'attacco al corpo di guardia del carcere di Regina Coeli il 28 dicembre 1943, dopo il quale Mario fugge con una bicicletta. Il giorno dopo il Comando tedesco vieta la circolazione delle biciclette. Per raggirare il divieto, i romani mettono una terza ruota, piccola, alla bicicletta, che diventa così un triciclo. Per aver compiuto questa azione Mario riceve nel dopoguerra la prima Medaglia d'Argento al Valore Militare.

L'azione più importante, alla cui organizzazione Mario ha un ruolo di primo piano, anche se non vi partecipa (neppure Lucia vi partecipa), è l'attacco ad una Compagnia del Battaglione tedesco “Bozen” in Via Rasella nel primo pomeriggio del 23 marzo 1944, in seguito al quale sono uccisi 33 soldati tedeschi: in conseguenza di ciò,Kesserling, responsabile del Comando tedesco ordinerà, poi, la rappresaglia con l'uccisione di 335 persone (75 di religione ebraica ed una cinquantina di membri del Partito d'Azione).

In seguito i GAP Centrali sono sciolti ed i componenti sono inviati fuori Roma per organizzare le varie formazioni partigiane “garibaldine”, costituite dal Pcd'I.

Nell'aprile 1944 Mario e Lucia sono inviati a dirigere le formazioni 'garibaldine' operanti nella zona di Tivoli e Castel Madama. Collaborano anche con la Missione Texas dell'Office of Strategic Service-OSS (il servizio segreto militare americano). 

Dopo la liberazione di Roma, Mario partecipa ad alcune missioni angloamericane nel Nord, occupato dai nazifascisti, in particolare, con il nome di battaglia di Fringuello (perché era stato paracadutato), alla missione Dingo in Liguria e Emilia Romagna, presso la Repubblica di Bobbio (zona libera dai nazifascisti) ed in Val Nure- Val Trebbia.

Nel dicembre 1944, mentre si reca in treno a Milano, è arrestato dalla Polizia fascista perché in possesso di documenti di identità falsi ed è condotto a Sondrio in una caserma della Guardia Nazionale Repubblicana-GNR, dove non scoprono, comunque, la sua vera identità. In seguito è trasferito al carcere milanese di S.Vittore da dove riesce ad evadere alla fine dell'anno.

Riprende l'attività nella Resistenza partecipando alla missione Crysler in Val Sesia (Piemonte).

In seguito avrebbe dovuto partecipare, insieme con alcuni ufficiali americani dell'OSS, al piano per catturare Mussolini, per poterlo processare. Però, per vari disguidi, non riesce a raggiungere gli agenti dell'OSS.

Dopo la fine della guerra, il 16 agosto 1945, Mario sposa Lucia con il rito civile in Campidoglio.

Quindi Mario lavora come impiegato per una decina di anni, nella Commissione regionale per il riconoscimento delle qualifiche partigiane, dipendente dal Ministero della Difesa. Lucia riprende il lavoro nel Ministero del Tesoro. Intanto entrambi svolgono attività politica nel PCI.

Mario, inoltre, riprende gli studi, si diploma e si laurea in Matematica. Inizia quindi la sua “Terza Vita”, come docente di Matematica in alcune Scuole Superiori di Roma. Nel 1971 vince il concorso per insegnare Geometria Superiore all'Università di Ferrara (allora sede distaccata dell'Università di Bologna), dove inizia ad insegnare il 1 novembre 1971 e dove rimarrà fino al 1998. 

Durante l'insegnamento universitario, nel quale si distingue per alcune sue intuizioni sulla Matematica e Geometria che lo fanno conoscere ed apprezzare in tutto il Mondo accademico internazionale, non dimentica la sua Seconda Vita nella Resistenza di cui parla spesso agli studenti, sia dell'Università che delle Scuole Superiori.

Andato in pensione, continua l'attività di studio e di ricerca nella Matematica e nella Geometria ed il suo impegno politico e di informazione sulla Resistenza al nazifascismo che l'ha visto protagonista di primo piano.

                                                                                                                                   [ Giorgio Giannini ]   

                                                                              

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